Riflettere su questo atto ci costringe a riflettere sulle ragioni e sulle cause della crisi che la nostra società attraversa, perché dietro ai numeri del gioco d’azzardo, che è la terza industria del Paese (negli anni della crisi il fatturato è più che triplicato, passando da 25 ad oltre 80 miliardi di euro), c’è un’idea folle e sbagliata: l’idea che si possa guadagnare tanto, in poco tempo, con ogni mezzo, senza faticare e senza lavorare. Questa è la ragione della crisi finanziaria, che si è poi trasformata in crisi economica e sociale, che tutt’ora vivono milioni di famiglie italiane. Dietro alle storie dei 10.000 cittadini della nostra Regione che sono entrati nella spirale del gioco d’azzardo c’è una forma di disperazione: spetta alla politica restituire ragioni di fiducia e di speranza. Anche in questo caso è necessario cambiare verso.
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