Dal sito della petizione:
Sara è una ragazza di 17 anni con tanti sogni e tante paure, per una parte della sua adolescenza la sua vita è stata turbata dall’arresto e la condanna di suo padre. Un evento che l’ha fatta precipitare in una spirale, allontanandola dai suoi amici, dalla scuola, dalla sua normalità fino a condurla al ricovero e alla solitudine. Grazie all’articolo 3 delProtocollo d’Intesa – “Carta dei figli di genitori detenuti” e previa autorizzazione del Giudice di Sorveglianza, Sara ha potuto rivedere il padre a casa in occasione del suo compleanno e anche se solo per alcune ore, l’incontro le ha permesso di ritrovare ciò che le mancava, di recuperare il proprio equilibrio e la sua età.
La condizione di Sara è comune a tanti altri ragazzi e bambini, separati dai propri genitori detenuti. In Italia, il 21 marzo 2014, il Ministro di Giustizia, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e Bambinisenzasbarre hanno firmato la “Carta dei figli di genitori detenuti”, il primo documento in Europa a riconoscere ufficialmente diritti e bisogni di questo gruppo a forte rischio di esclusione sociale.
Bambinisenzasbarre lancia adesso una petizione, insieme a Change.org, per chiedere alle Istituzioni europee di adottare la Carta italiana e arrivare così a tutelare i diritti degli oltre 800.000 bambini europei separati dalla mamma o dal papà detenuti.
Il documento italiano è un modello di protezione dei diritti dell’infanzia, garantendo il diritto alla continuità del legame affettivo del bambino con il proprio genitore in regime di detenzione e a quest’ ultimo il proprio diritto alla genitorialità.
La petizione si rivolge in primo luogo ai presidenti di Commissione e Parlamento Europeo e agli alti funzionari in materia di giustizia e diritti, richiamando l’attenzione di tutti sulla situazione vissuta da questi bambini, ancora invisibili ai media ed alle istituzioni, e chiede che tutti i Paesi dell’Unione Europea siano allineati nella protezione del futuro di questi bambini, affinché non paghino le colpe dei genitori ma siano invece considerati una promessa.